Proprio pochi giorni fa ho avuto la fortuna di visitare il Memorial dell’11 settembre a New York.
Era una giornata di pioggia, che rendeva tutto un po’ più grigio, ma forse ancora più suggestivo.
Devo ammettere che fino all’ultimo siamo stati in dubbio se visitare o no quel luogo, teatro di una delle più grandi tragedie dei nostri tempi, e abbiamo scartato a priori la visita al Museo, proprio perché l’idea era quella di un cimitero a cielo aperto.
Ci siamo sbagliati.
Quello che più colpisce del volto attuale del World Trade Center è che è tornato ad essere un luogo vivo.
Nell’immensa fontana che ha preso il posto di una delle due torri, l’acqua è in continuo ricircolo. Un simbolo meraviglioso di vita e rinascita.
Nonostante le forti polemiche nate ai tempi della riqualificazione, credo sia stata fatta un’operazione di trasformazione con un significato molto forte, di cui tutti – cittadini newyorkesi in primis – sentivano il bisogno.
Una ferita del genere non poteva essere cancellata né ignorata, e con grande sobrietà sono riusciti a creare un luogo di ritrovo e di incontro pur nel un rispetto per tutte le persone morte lì.
Ci sono persino numerosi cartelli che invitano la cittadinanza ad avvertire immediatamente i guardiani in caso di atti di vandalismo o di poco rispetto verso il luogo.
Che poi, personalmente, trovo ugualmente irrispettosi la quantità di turisti in preda al delirio da sefie in un luogo del genere.
Ma sono rimasta stupita dal clima generale che si respirava, e che non mi sarei mai aspettata.
Non ho mai scritto dell’11 settembre, né sento la necessità di dilungarmi ora.
Ma se capitate a New York vale davvero la pena programmare una visita, in quella che credo sia una tappa necessaria e che si è rivelata inaspettatamente piacevole.